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GLADIATORI, ESERCITO ROMANO, ATLETICA PESANTE
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Puls del legionario
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Vincenzo Miles
Registrato: 17/04/12 12:03 Messaggi: 98
Località: Ottaviano (NA) Interessi: Musica, fotografia reflex, caccia, pesca
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Ho trovato alcune ricette in rete dove, al farro, vengono aggiunte cervella di maiale e mucca, c'è qualche fonte specifica al riguardo? O è un'invenzione moderna? Anche perchè dubito che durante una marcia si avessero queste sostanze in tali quantità da aggiungere alla polenta. Magari le si aggiungeva, insieme a 3000 altre cose, nella vita della città...ma durante una marcia....ho i miei dubbi.
Ho intenzione di prepararmi la puls semplicemente con farro ed olio extravergine di oliva con l'aggiunta, magari, di mezzo bicchiere di latte (lo ho letto da qualche parte, non ricordo dove) o qualche pezzo di carne secca, secondo me più plausibile rispetto a cibi non molto comuni come cervella.
Ho idea una cosa del genere
100g di farro (ho idea di fare un paragone tra chicchi interi e spezzettati), 100ml di latte, 10g olio extravergine, pepe.
Cosa ne pensate?
Tra domani e dopodomani provo questa ricetta. |
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Vincenzo Miles
Registrato: 17/04/12 12:03 Messaggi: 98
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Dopo una dura sessione di pesi ed essendo alquanto affamato, ieri sera ho provato un pò di ricette a base di farro
Per prima cosa ho fatto tre porzioni: chicchi interi, spezzettati e finemente macinati, per un totale di 150g.
Ho messo a cuocere il tutto in tre tegamini separati.
Tempi di cottura:
Grani interi 25 minuti, grani spezzati 15 minuti, grani macinati finamente 5 minuti e, in tempi di guerra e di marcia, risparmiare anche soli 10 minuti è tanto.
Ho fatto 3 varianti:
Farro + sale + latte + pepe + olio extravergine.
Farro + sale + latte + miele + pepe + olio extravergine.
Farro + sale + latte + garum + pepe + olio extravergine.
Se qualcuno è interessato al gusto, bhe, ho trovato mooolto buone tutte le versioni.
Intanto c'è da dire che la poltiglia ottenuta con il farro finemente macinato può essere fatta amalgamare a tal punto da diventare quasi un cibo solido da conservarsi facilmente per il giorno dopo, ma non ho provato la conservazione. La prossima volta lo faccio. |
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Dr Domus Site Admin
gladiatores
Età: 54 Registrato: 10/03/05 22:31 Messaggi: 1637
Sito web: http://www.arsdimicand...
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Bè vincenzo, non esistono fonti specifiche sul merito.
Però da cuoco appassionato, direi che la presenza del latte nel tuo esperimento implica due cose. La prima: 100 ml (1 etto) per ogni legionario significano 6 quintali di latte per legione al giorno (solo per il pulmentum... ovviamente). Fattibile? Si forse, ma in presenza di quante vacche utili, peraltro da spostare con sè e relativi incaricati, mangimi, e quant'altro? La seconda: sappiamo che il latte negli alimenti accelera la formazione batterica e il marcimento in generale. A meno che la dose di sale (compensata da zuccheri per il sapore) fosse adeguada a scongiurare insediamenti di uova sgradevoli e relative malattie.
In assenza di fonti specifiche dunque, possiamo immaginare cibi particolarissimi per i soli legionari, come la POSCA, che altro non era che l'acqua da borraccia con indispensabile aggiunta di aceto (o argento) per la sola questione disinfettante. Insomma, voglio dire, oltre al possibile e contestuale ricettario dell'epoca, possiamo tentare di espendere le ipotesi anche all'obbligata esigenza sanitario-profilattica? O i Romani erano Captain America?
Infatti, l'ultima tua ricetta con garum (che è una salamoia) si potrebbe rivelare non solo affidabile, ma anche coerente con una cucina (quella antica) che solo tra i ricchi godeva di ghiacciaie per il mantenimento dei cibi. Ma non escludere i carpioni e le marinate con acidi, quali aceto e limoni I limoni certo, magari non tra l'esercito... _________________ Dario Battaglia
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Vincenzo Miles
Registrato: 17/04/12 12:03 Messaggi: 98
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Dr Domus ha scritto: | Bè vincenzo, non esistono fonti specifiche sul merito.
Però da cuoco appassionato, direi che la presenza del latte nel tuo esperimento implica due cose. La prima: 100 ml (1 etto) per ogni legionario significano 6 quintali di latte per legione al giorno (solo per il pulmentum... ovviamente). Fattibile? Si forse, ma in presenza di quante vacche utili, peraltro da spostare con sè e relativi incaricati, mangimi, e quant'altro? La seconda: sappiamo che il latte negli alimenti accelera la formazione batterica e il marcimento in generale. A meno che la dose di sale (compensata da zuccheri per il sapore) fosse adeguada a scongiurare insediamenti di uova sgradevoli e relative malattie.
In assenza di fonti specifiche dunque, possiamo immaginare cibi particolarissimi per i soli legionari, come la POSCA, che altro non era che l'acqua da borraccia con indispensabile aggiunta di aceto (o argento) per la sola questione disinfettante. Insomma, voglio dire, oltre al possibile e contestuale ricettario dell'epoca, possiamo tentare di espendere le ipotesi anche all'obbligata esigenza sanitario-profilattica? O i Romani erano Captain America?
Infatti, l'ultima tua ricetta con garum (che è una salamoia) si potrebbe rivelare non solo affidabile, ma anche coerente con una cucina (quella antica) che solo tra i ricchi godeva di ghiacciaie per il mantenimento dei cibi. Ma non escludere i carpioni e le marinate con acidi, quali aceto e limoni I limoni certo, magari non tra l'esercito... |
Hai ragione Dr Domus sulla questione dei batteri e della reperibilità/rasportabilità, infatti ho dimenticato di scrivere "opzionale" nella mia ricetta, ma lo avevo in mente.
La varianta con garum, a differenza di come immaginavo, la ho trovata buonissima, forse la mia preferita tra le varianti provate...mentre, invero, mia sorella mi osservava alquanto disgustata mentre io mi godevo la mia poltiglia.  |
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Dr Domus Site Admin
gladiatores
Età: 54 Registrato: 10/03/05 22:31 Messaggi: 1637
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Ha ha ha! Immagino. Che garum hai usato? _________________ Dario Battaglia
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Vincenzo Miles
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Dr Domus ha scritto: | Ha ha ha! Immagino. Che garum hai usato? |
Scusa il ritardo con il quale rispondo Dr, ma sono stato lontano da casa. Ho usato garum "per modo di dire", trattasi di colatura di alici di Cetara, comperata in loco. |
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