ArsDimicandi Forum

La guerra come strategia politico-economica e militare - La difesa dei confini...

Maecenas - Lun Mar 23, 2009 8:58 pm
Oggetto: La difesa dei confini...
Giro questa domanda a tutti voi che discutete: può essere considerata una stretegia di guerra, quindi politico-economice e militare, la difesa ad oltranza delle terre conquistate nella massima espansione augustea e dei suoi primi successori da parte degli imperatori della dinastia antonina, tutti ottimi principi, servitori dello stato e capaci di rendere sicure le frontiere ?
Io credo personalmente che possa essere così, le fortificazioni che essi predisposero a salvaguardia dei confini erano sicuramente strategici sia militarmente che economicamente, Traiano, Adriano, Antonino e Marco Aurelio ebbero la guerra di posizione come strategia principale per la difesa dei territori facenti parte del grande impero.
Raphael Petreius - Lun Mar 23, 2009 11:44 pm
Oggetto:
Certo che sì. L più difficile delle strategie oserei dire. Una strategia che deve sopravvivere al suo ideatore. Domani se avrò tempo proverò ad argomentare. Mr. Green
Ludovico il Calvo - Mar Mar 24, 2009 12:22 pm
Oggetto:
Puo'essere molto interessante la lettura del libro di E.N. Luttwak "La Grande Strategia dell'Impero Romano" edito dalla BUR.
Prende in esame proprio la strategia generale dell'Impero sulla difesa dei confini, la quale si evolve in varie fasi, adattandosi ai vari Imperatori e alle varie situazioni generali.
Molto ben fatto (inoltre Luttwak e' esperto di polica internazonale essendo consulente militare del pentagono, e fa qualche paragone che fa capire che alla fine la politica e le strategie sono sempre quelle...).

Luigi
Rufus - Mer Mar 25, 2009 11:43 am
Oggetto:
Il problema vero della scelta di tenere le frontiere con uno schieramento difensivo rigido stà nel cedere l'iniziativa strategica che fino a quei momenti Roma aveva conservato.
In pratica, quando vi è un nemico forte o una potenza in ascesa, anziche attaccarla con una guerra portata su un terreno di propria scelta, logorando territorio e risorse del nemico, si lascia a lui la scelta di quando, come e dove attaccare, salvo poi rintuzzarne l'offesa con soluzioni che Luttwak descrive molto bene.
Ma così si crea soltanto il principio della fine, ovvero ci si condanna a subire; cosa che accade ad ogni impero che, per ragioni ideologiche, politiche, demografiche o altro, abbia abdicato all'idea di conquista.
Maecenas - Gio Mar 26, 2009 9:56 pm
Oggetto:
Alle volte le strategie di "politica estera" erano dettate dalle contigenze non solo militari ma anche economiche, l'espansione territoriale era con ogni probabilità più al di la di ciò che umanamente si potesse sperare, i Persiani erano sempre tanto forti quanto i romani se non di più e le tribù germaniche delle pianure euro-asiatiche premevano per spostarsi verso le zone più tranquille occidentali.
Concordo con Rufus, era il principio della fine, fino a che ci furono principi capaci,diciamo fino ai Severi la strategia difensiva resse ottimamente, quando nel III secolo ci furono nella prima metà ed oltre le vicissitudini legate all'anarchia militare che dominava la scena politica il crollo fu quasi immediato, anche perchè invero di strategia questi peronaggi piuttosto squallidi e degradanti ne utilizzarono davvero poca e quella poca pure male.
Raphael Petreius - Ven Mar 27, 2009 5:52 pm
Oggetto:
Sui Persiani più forti dei Romani, non credo proprio. Non c'è paragone, Roma non può essere paragonata a imperi così deboli.
Per quanto riguarda il resto concordo. Tuttavia penso che il miglior stratega in questo tipo di situazione sia stato senza dubbio Settimio Severo. Egli mantenne fede alla ultima volontà di Augusto di non espandere ulteriormente i confini dell'Impero, ma riuscì a conciliare questa scelta politica e strategica con l'offensiva tipicamente romana. Infatti come dite giustamente voi subire soltanto e permettere la scelta del campo di scontro ai nemici è uno svantaggio e può essere logorante. Severo decise di attaccare Ctesifonte nel 197 non per farne una provincia ed amministrarla ma solo per logorare il nemico ed ottener ricchezze in più da spendere per l'amministrazione. Una guerra di logoramento portata avanti in tutti i tre fronti della Partia, della Germania e dell'Africa avrebbe secondo me consentito all'impero maggiore vita ed una potenza più salda e duratura. Mr. Green
Valete
Flavius Stilicho - Ven Mar 27, 2009 10:09 pm
Oggetto:
Citazione:

Sui Persiani più forti dei Romani, non credo proprio.


Si parla di forza relativa, non assoluta... ovvio che i Romani con due fronti aperti dovevano schierare una quantità di truppe assai superiore a quella necessaria ai nemici (presi singolarmente) per tenerli sulle spine. Ma se si parla di potenza offensiva sviluppata (ossia EFFETTIVA) direi che quanto detto al riguardo da Maecenas è ineccepibile.
Raphael Petreius - Ven Mar 27, 2009 11:42 pm
Oggetto:
Ma io non ho contraddetto nessuna delle affermazioni di Mecenas ( ad eccezione di quella sui Romani, ma è un mio parere non condivisibile)... I Romani furono superiori ai Persiani in qualsiasi campo, e poi se dici più forte si considera globalmente altrimenti dic più forte in questa disciplina Mr. Green
Rufus - Lun Mar 30, 2009 2:00 pm
Oggetto:
I persiani erano comunque tanto forti e minacciosi da capitalizzare l'attenzione dei romani a scapito di altre frontiere.
Sicuramente Roma non si aspettava che il colpo d'ariete arrivasse dalle frontiere del Reno, altrimenti forse avrebbe conservato i territori conquistati da Marco Aurelio ed avrebbe probabilmente fatto terra bruciata in Germania.
Raphael Petreius - Lun Mar 30, 2009 7:14 pm
Oggetto:
Aspetta, ma lì parliamo di Parti, ovvero di popolazioni con un apparato bellico ed una tattica militare ben diversa da quella dei Persiani Achemenidi. La struttura dell'esercito, il modus dimicandi dei Persiani che affrontarono Leonida, e di quelli che affrontarono Crasso era completamente differente. Se parliamo dei Parti, allora sono d'accordo,in quanto c'era un equilibrio tra i due imperi. Mr. Green
Silla - Lun Mar 30, 2009 7:25 pm
Oggetto:
Guarda che dopo i Parti, ricomparvero i Persiani sulla scena del III secolo d. C.
E non sono i Persiani di Leonida, visto che altrimenti avrebbero 800 anni circa.... Very Happy
Rufus - Mar Mar 31, 2009 9:27 am
Oggetto:
Infatti.
Raphael Petreius - Mar Mar 31, 2009 6:49 pm
Oggetto:
Ricomparvero i Sassanidi, che fanno parte di un'altra dinastia ancora. Inoltre

Citazione:
I Sasanidi formano un esercito regolare (sarà questa la loro forza) ed amministrativamente fondano il loro stato su un sistema feudale, secondo le precednti usanze partiche. Il regno sasanide è stretto in una morsa che vede ad oriente il regno dei Kusana, ad occidente i Romani ed al nord l’Armenia.


Solo gli utenti registrati possono vedere i link!
Registrati o Entra nel forum!


Questo segna la differenza con l'esercito achenemide, e l'inferiorità di quest'ultimo alla nuova e più tecnologica civiltà sasanide.
Flavius Stilicho - Sab Apr 04, 2009 12:28 am
Oggetto:
Ehm... Persia è una regione, Persiani sono i suoi abitanti (in origine) o un'etnia (nell'accezione comune) tutte, o quasi, le parole atte a designare Stati terminanti in "idi" indicano dinastie. Un Romano del primo secolo potrebbe essere definito "Giulio-Claudide", per quanto suoni orribile eppur sarebbe ridicolo, parlando dal punto di vista dei Germani di Teutoburgo distinguere i "Giulio-Claudidi" dai Romani sostenendo che i Romani sarebbero solo quelli della battaglia dei Campi Raudi, no?
Raphael Petreius - Sab Apr 04, 2009 8:37 pm
Oggetto:
Questo quando c'è continuità tra la prima dinastia e la nuova. Altrmenti gli Eruli di Odoacre sarebbero anch'essi romani
Silla - Sab Apr 04, 2009 9:01 pm
Oggetto:
Ma i Persiani rimangono persiani comunuque al di là dei secoli e delle dinastie.... Infatti i Parti non sono Persiani, perchè provengono dai territori a sud est del mar caspio, mentre i Persiani provengono dalla regione Persia - un tempo facente parte dell'impero medo.

I Francesi Capetingi sono francesi come i Francesi borboni.... e c'è un bell'intervallo di tempo tra le due dinastie
Flavius Stilicho - Sab Apr 04, 2009 9:05 pm
Oggetto:
Paragone sbagliatissimo, in quanto i Sassanidi non utilizzarono mercenari o etnie venute da chissà dove, essi e i loro soldati erano figli della loro terra: la Persia. Che poi la Persia fosse enorme e comprendesse tante etnie, siamo d'accordo. Ma a dirla tutta era assai meno sensato parlare di Persiani ai tempi della battaglia delle Termopili: quello schierato da Serse era un esercito composto da truppe di una miriade di etnie che in comune avevano ben poco, eppure sei disposto a chiamarli Persiani.

Diciamo che i cambi intermedi di nome sono dovuti al fatto che in quei periodi a dominare sulle popolazioni della Persia non erano classi dirigenti autoctone, così ti sta bene?

Se il problema sono le tattiche militari e l'apparato bellico non mi si vorrà dire che i pastori che assoggettarono i Latini fossero paragonabili all'esercito di Belisario eppure i nomi che si davano e con cui erano chiamati erano gli stessi Wink
Raphael Petreius - Lun Apr 06, 2009 10:44 pm
Oggetto:
Avete ragione, ho sbagliato, scusate Wink
Flavius Stilicho - Mer Apr 08, 2009 12:09 am
Oggetto:
Orsù, torniamo all'argomento o TOPIC che dir si voglia Very Happy Exclamation

Maecenas ha scritto:
Alle volte le strategie di "politica estera" erano dettate dalle contigenze non solo militari ma anche economiche, l'espansione territoriale era con ogni probabilità più al di la di ciò che umanamente si potesse sperare, i Persiani erano sempre tanto forti quanto i romani se non di più e le tribù germaniche delle pianure euro-asiatiche premevano per spostarsi verso le zone più tranquille occidentali.
Concordo con Rufus, era il principio della fine, fino a che ci furono principi capaci,diciamo fino ai Severi la strategia difensiva resse ottimamente, quando nel III secolo ci furono nella prima metà ed oltre le vicissitudini legate all'anarchia militare che dominava la scena politica il crollo fu quasi immediato, anche perchè invero di strategia questi peronaggi piuttosto squallidi e degradanti ne utilizzarono davvero poca e quella poca pure male.

Maecenas - Gio Apr 09, 2009 8:49 pm
Oggetto:
La difesa dei confini in molti territori, specialmente quelli mediorientali ricchi e che fornivano entrate all'Erario numericamente importanti concessero un periodo molto lungo di buon governo, il che significava tranquillità per la gente del luogo, pace sociale, pacifica convivenza tra le varie etnie limitrofe, diffusa agiatezza, istituzioni giuridiche ottimali a cavallo tra la sapienza locale ed il diritto romano, aumento della cultura.
Ciò permetteva a Roma di programmare con assoluta linearità gli interventi militari da compiere eventualmente, grazie alla mancanza di problematiche pratiche, questo appunto finchè gli Imperatori, oramai non più ancora magistrati con poteri speciali ma veri e propri principi assoluti, seppero fronteggiare ogni problematica nelle terre di confine, poi il diluvio......
Rufus - Ven Apr 10, 2009 8:14 am
Oggetto:
A parer mio, il germe della crisi nacque quando si dovettero gioco-forza sostituire i tributi di guerra ed il bottino catturato con tasse specifiche, sempre più onerose, che venivano sottratte alle altre attività amministrative causando oltretutto uno scadimento della qualità della vita.
Un esercito immenso che debba essere pagato dai cittadini a lungo andare diventa un peso insostenibile per una comunità, seppure ricca e grande come l'ecumene romano.
Raphael Petreius - Ven Apr 10, 2009 9:21 am
Oggetto:
Concordo con Rufus, e trovo che la soluzione di Severo, quindi, fosse la migliore, unita ad un'efficiente apparato amministrativo e tributario, è ovvio.
Maecenas - Lun Apr 05, 2010 8:33 pm
Oggetto:
Al di là dei discorsi relativi all'impero che in medio oriente contrastava Roma da secoli e continuò a farlo ( e sarà così anche con i Bizantini, eredi della Roma classica in quei territori) bisogna dire che fuzionava tuto come un pendolo, nessuno riusciva mai ad avere ragione dell'altro, le battaglie, magari anche cruente si risolvevano in un nulla di fatto, si cedeva una regione e la volta successiva la si riconquistava.
Roam per chiudere il discorso avrebbe avuto bisogno di una tale forza d'urto che non poteva certemente permettersi di schierare sia dal punto di vista finanziario, sia dal punto di vista logistico che ovviamente militare considerati i problemi pesanti presenti ai confini europei.
In realtà con ogni probabilità v'era alla base un agreement velato tra le due parti e Roma non sentiva la necessità di un'ulteriore espansione ad est per cui lo status quo era individuabile nelle guerra continua ma senza grandi campagne che costavano e alla fine potevano rendere anche ben poco.
Maecenas - Lun Ago 09, 2010 8:10 am
Oggetto:
Un'altra domanda da porsi potrebbe essere anche questa: Roma voleva realmente estendersi oltre l'Eufrate ?
Già le popolazioni che abitavano le terre conquistate fino al grande fiume erano riottose a subire l'amministrazione romana e si ribellavano spesso anche in maniera violenta costringendo le legioni ad un duro lavoro, in più mancava forse agli imperatori la volontà propria o l'ardire di spingersi più in là, Traiano fu l'ultimo a pensare di ripetere l'impresa di Alessandro Magno, nessun altro ne accarezzò l'idea successivamente e lentamente il limes naturale divenne più un impegno grave che un vantaggio reale.
Flavius Stilicho - Mer Ago 11, 2010 1:14 am
Oggetto:
Quando l'impero romano (Bisanzio) riuscirà a sconfiggere i persiani non sarà esso a governare sui territori precedentemente controllati dai sassanidi ma si limiterà ad aprire la strada all'Islam che avrà successo tanto nelle ex regioni romane (Egitto, Cirenaica, Giudea, etc.) che in quelle persiane perché le popolazioni locali ritenevano insopportabile il carico fiscale imperiale (che provenisse da Est o da Ovest).

Ciò detto, mi risulta difficile credere che Roma avrebbe mai potuto controllare direttamente quei territori così separati dalla costa del Mediterraneo dal deserto: le difficoltà sarebbero cresciute esponenzialmente all'aumentare delle città conquistate e credo che a Roma si sapesse.

Forse sarebbe stato più alla portata degli strumenti politici, organizzativi e diplomatici dell'epoca la creazione di un sistema di stati vassalli tipo Armenia e Palmira anche se c'è da dire che molto difficilmente si sarebbe potuto dividere il popolo persiano, così orgoglioso e così nazionalista (basti vedere come interpreterà in modo del tutto originale l'Islam e come oggi l'Iran si comporta nei confronti dei paesi arabi).
Maecenas - Sab Feb 19, 2011 7:19 pm
Oggetto:
Possiamo portare come esempio il passaggio di potere tra Traiano ed Adriano, nonostante le grandi vittorie il primo lasciò una situazione tutt'altro che sicura e praticamente Adriano si trovò a ricominciare tutta la "trafila", legittimazione degli "alleati" (sicuri e non), atti diplomatici, campagne militari interrotte da riprendere eventualmente.
Adriano conosceva bene l'oriente estremo dell'Impero e sapeva che non poteva permettersi il lusso di voli pindarici nonostante egli avesse un esercito molto efficente, il suo vanatggio in questo caso fu che egli non doveva temere nulla nella capitale, perchè nessuno gli era contro, ciò lo rassicurò ed egli si dedicò con più caparbietà ai progetti di sicurezza dei confini.
Plinius - Sab Feb 19, 2011 10:01 pm
Oggetto:
Secondo me, dimensioni dell'impero, limiti tecnici della produzione industriale, della logistica e dell'0rgoglio delle nazioni lontane ebbero la meglio sull'espansione territoriale.
Un problema enorme era perfino amministrarle, controllare l'attività dei governatori nominati, vigilare e intervenire efficacemente. E infine, come dimenticare la lentezza delle comunicazioni rispetto all'urgenza richiesta dalle contingenze del periodo?
Oggi problemi risolvibili; ma allora insormontabili.
Maecenas - Dom Feb 27, 2011 10:45 am
Oggetto:
Consideriamo anche la morfologia del territorio che tra impervie catene montuose e deserti invivibili rendeva quasi impossibile spostare in maniera efficace le truppe sia per qualsiasi azione bellica che anche per il pattugliamento, non dimentichiamo per esempio che un problema era anche la forza animale, i cavalli in certe zone desertiche non erano utilizzabili e si doveva ricorrere ai buoi lenti o ai cammelli che non rientravano nelle abitudini romane.
Tutti i fusi orari sono GMT + 1 ore
Powered by phpBB2 Plus based on phpBB