Maecenas - Gio Apr 09, 2009 8:49 pm
Oggetto:
La difesa dei confini in molti territori, specialmente quelli mediorientali ricchi e che fornivano entrate all'Erario numericamente importanti concessero un periodo molto lungo di buon governo, il che significava tranquillità per la gente del luogo, pace sociale, pacifica convivenza tra le varie etnie limitrofe, diffusa agiatezza, istituzioni giuridiche ottimali a cavallo tra la sapienza locale ed il diritto romano, aumento della cultura.
Ciò permetteva a Roma di programmare con assoluta linearità gli interventi militari da compiere eventualmente, grazie alla mancanza di problematiche pratiche, questo appunto finchè gli Imperatori, oramai non più ancora magistrati con poteri speciali ma veri e propri principi assoluti, seppero fronteggiare ogni problematica nelle terre di confine, poi il diluvio......
Rufus - Ven Apr 10, 2009 8:14 am
Oggetto:
A parer mio, il germe della crisi nacque quando si dovettero gioco-forza sostituire i tributi di guerra ed il bottino catturato con tasse specifiche, sempre più onerose, che venivano sottratte alle altre attività amministrative causando oltretutto uno scadimento della qualità della vita.
Un esercito immenso che debba essere pagato dai cittadini a lungo andare diventa un peso insostenibile per una comunità, seppure ricca e grande come l'ecumene romano.
Raphael Petreius - Ven Apr 10, 2009 9:21 am
Oggetto:
Concordo con Rufus, e trovo che la soluzione di Severo, quindi, fosse la migliore, unita ad un'efficiente apparato amministrativo e tributario, è ovvio.
Maecenas - Lun Apr 05, 2010 8:33 pm
Oggetto:
Al di là dei discorsi relativi all'impero che in medio oriente contrastava Roma da secoli e continuò a farlo ( e sarà così anche con i Bizantini, eredi della Roma classica in quei territori) bisogna dire che fuzionava tuto come un pendolo, nessuno riusciva mai ad avere ragione dell'altro, le battaglie, magari anche cruente si risolvevano in un nulla di fatto, si cedeva una regione e la volta successiva la si riconquistava.
Roam per chiudere il discorso avrebbe avuto bisogno di una tale forza d'urto che non poteva certemente permettersi di schierare sia dal punto di vista finanziario, sia dal punto di vista logistico che ovviamente militare considerati i problemi pesanti presenti ai confini europei.
In realtà con ogni probabilità v'era alla base un agreement velato tra le due parti e Roma non sentiva la necessità di un'ulteriore espansione ad est per cui lo status quo era individuabile nelle guerra continua ma senza grandi campagne che costavano e alla fine potevano rendere anche ben poco.
Maecenas - Lun Ago 09, 2010 8:10 am
Oggetto:
Un'altra domanda da porsi potrebbe essere anche questa: Roma voleva realmente estendersi oltre l'Eufrate ?
Già le popolazioni che abitavano le terre conquistate fino al grande fiume erano riottose a subire l'amministrazione romana e si ribellavano spesso anche in maniera violenta costringendo le legioni ad un duro lavoro, in più mancava forse agli imperatori la volontà propria o l'ardire di spingersi più in là, Traiano fu l'ultimo a pensare di ripetere l'impresa di Alessandro Magno, nessun altro ne accarezzò l'idea successivamente e lentamente il limes naturale divenne più un impegno grave che un vantaggio reale.
Flavius Stilicho - Mer Ago 11, 2010 1:14 am
Oggetto:
Quando l'impero romano (Bisanzio) riuscirà a sconfiggere i persiani non sarà esso a governare sui territori precedentemente controllati dai sassanidi ma si limiterà ad aprire la strada all'Islam che avrà successo tanto nelle ex regioni romane (Egitto, Cirenaica, Giudea, etc.) che in quelle persiane perché le popolazioni locali ritenevano insopportabile il carico fiscale imperiale (che provenisse da Est o da Ovest).
Ciò detto, mi risulta difficile credere che Roma avrebbe mai potuto controllare direttamente quei territori così separati dalla costa del Mediterraneo dal deserto: le difficoltà sarebbero cresciute esponenzialmente all'aumentare delle città conquistate e credo che a Roma si sapesse.
Forse sarebbe stato più alla portata degli strumenti politici, organizzativi e diplomatici dell'epoca la creazione di un sistema di stati vassalli tipo Armenia e Palmira anche se c'è da dire che molto difficilmente si sarebbe potuto dividere il popolo persiano, così orgoglioso e così nazionalista (basti vedere come interpreterà in modo del tutto originale l'Islam e come oggi l'Iran si comporta nei confronti dei paesi arabi).
Maecenas - Sab Feb 19, 2011 7:19 pm
Oggetto:
Possiamo portare come esempio il passaggio di potere tra Traiano ed Adriano, nonostante le grandi vittorie il primo lasciò una situazione tutt'altro che sicura e praticamente Adriano si trovò a ricominciare tutta la "trafila", legittimazione degli "alleati" (sicuri e non), atti diplomatici, campagne militari interrotte da riprendere eventualmente.
Adriano conosceva bene l'oriente estremo dell'Impero e sapeva che non poteva permettersi il lusso di voli pindarici nonostante egli avesse un esercito molto efficente, il suo vanatggio in questo caso fu che egli non doveva temere nulla nella capitale, perchè nessuno gli era contro, ciò lo rassicurò ed egli si dedicò con più caparbietà ai progetti di sicurezza dei confini.
Plinius - Sab Feb 19, 2011 10:01 pm
Oggetto:
Secondo me, dimensioni dell'impero, limiti tecnici della produzione industriale, della logistica e dell'0rgoglio delle nazioni lontane ebbero la meglio sull'espansione territoriale.
Un problema enorme era perfino amministrarle, controllare l'attività dei governatori nominati, vigilare e intervenire efficacemente. E infine, come dimenticare la lentezza delle comunicazioni rispetto all'urgenza richiesta dalle contingenze del periodo?
Oggi problemi risolvibili; ma allora insormontabili.
Maecenas - Dom Feb 27, 2011 10:45 am
Oggetto:
Consideriamo anche la morfologia del territorio che tra impervie catene montuose e deserti invivibili rendeva quasi impossibile spostare in maniera efficace le truppe sia per qualsiasi azione bellica che anche per il pattugliamento, non dimentichiamo per esempio che un problema era anche la forza animale, i cavalli in certe zone desertiche non erano utilizzabili e si doveva ricorrere ai buoi lenti o ai cammelli che non rientravano nelle abitudini romane.