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GLADIATORI, ESERCITO ROMANO, ATLETICA PESANTE

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Lotta
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Rufus

Gladiator





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Rufus is offline 

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MessaggioInviato: Mar Nov 18, 2008 8:08 am    Oggetto:  
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Devo segnalare con grande piacere che domenica scorsa ho preso parte alla coppa Italia di grappling, primo anno in italia di questa specialità che a mio avviso richiama più di tutte nello spirito e nelle regole la lotta antica.
Personalmente ho avuto la grandissima soddisfazione di competere nella prima serie (classe A), e quella ancora più grande di battere un atleta straordinario, il professionista brasiliano Bruno Santos, cintura nera di brasilian jujitsu e di judo, davanti al suo maestro, il grandissimo Carvalho, due volte campione del mondo di brasilian.
L'enorme flusso di partecipanti fa ben sperare per il futuro nel nostro paese di questa disciplina.
Pensate che soltanto nella categoria -80 kg. classe B combattevano 60 atleti!
Il nostro legionario Sus (Ivan Bernardoni) ha partecipato in questa categoria, comportandosi molto bene, vincendo il primo incontro e perdendo di misura il secondo contro un avversario francamente possente.
Quanto a me, ho perso per un punto il secondo combattimento, vinto per rinuncia il terzo e pareggiato il quarto.
Ma ciò di cui mi ricorderò sempre, è stato il suono del gong al termine del primo, durissimo e vittorioso match contro un grande e sportivissimo avversario,
Questo combattimento lo potete vedere su youtube.
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MessaggioInviato: Mar Nov 18, 2008 8:08 am    Oggetto: Adv






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Flavius Stilicho

Consul





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MessaggioInviato: Mar Nov 18, 2008 6:31 pm    Oggetto:  
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Grande Rufus! Saresti così gentile da darci il link del filmato Very Happy ?
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Flavius Stilicho

Francesco Bindella

Alme Sol, curru nitido diem qui
promis et celas aliusque et idem
nasceris, possis nihil urbe Roma
visere maius.
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Tvllia

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MessaggioInviato: Mar Nov 18, 2008 10:35 pm    Oggetto:  
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sì sì, il link
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Tvllia/Rita Lotti

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"Non troveremo mai la verità se ci accontentiamo di ciò che è già stato scoperto.
Quelli che hanno scritto prima di noi non sono dei padroni, ma delle guide.
La verità è aperta a tutti e non è stata ancora trovata per intero"
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Raphael Petreius

Praefectus





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MessaggioInviato: Mar Nov 18, 2008 11:18 pm    Oggetto:  
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complimenti Rufe!! Surprised
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"Mors est dulcis et honesta si accipiatur pro patria, Roma"

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- Mars Exurge!"


Raphael Petreius /Raffaele Pirozzi
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Rufus

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MessaggioInviato: Mer Nov 19, 2008 11:04 am    Oggetto:  
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Basta andare su google, scrivere il mio nome e il filmato di youtube appare nella prima pagina. Stefano Raspadori vs Bruno Santos.
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GLADIVS

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MessaggioInviato: Mer Nov 19, 2008 11:22 am    Oggetto:  
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Complimenti! sei ancora attivo eh? Razz continua così!
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Gladivs - Francesco Saverio Quatrano
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Maecenas

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MessaggioInviato: Gio Feb 26, 2009 9:42 pm    Oggetto:  
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Ci fu un periodo, al tempo di Solone, che i lottatori ritienuti erroneamente i più violenti insieme ai pugili, venivano publicamente osteggiati, esclusi dai salotti buoni e poco pagati nonostante ottenssero buoni risultati.
Questo atteggiamento era palese soprattutto ad Atene dove delle elitès avevano deciso che questo sport era antitetico alla cultura ed alle masse ed in qualche modo esso venne messo temporaneamente in disparte, si disputavano certamente tutte le gare, ma ad esse non partecipavano più le cariche istituzionali.

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Gli Spartani non chiedono quanti siano i nemici,ma dove sono.....

Enrico Franco Pantalone
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MessaggioInviato: Sab Set 05, 2009 8:27 pm    Oggetto:  
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Un tema interessante che potrebbe valere per tutte le specialità era quello del professionismo vero o presunto dei partecipanti: sicuramente tra i romani il professionismo era reale, inizialmente si trattava, se non sbaglio, di obsonion (in pratica vitto ed alloggio per il mese precedente alle gare e per il periodo della competizione) poi lo stesso divenne un vitalizio per chi vinceva la gara.
Ma era così anche in precedenza, sotto Alessandro il Grande probabilmente si, anch'egli amava vedere combattere per sport e spesso faceva organizzare delle competizioni con lottatori, atleti o pugili che faceva ingaggiare per un determinato tempo e per determinate località in cui si recava per festeggiare qualche vittoria.
Al tempo la distinzione tra amateur e professionista probabilmente non era così precisa come ai nostri tempi, se si gareggiava per una celebrazione a sfondo spirituale lo si faceva in maniera disinteressata, viceversa per giochi o competizioni dedicate al pubblico i migliori pretendevano una sorta di rimborso spese.

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Enrico Franco Pantalone


Ultima modifica di Maecenas il Dom Set 13, 2009 7:59 pm, modificato 1 volta in totale
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Rufus

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MessaggioInviato: Mar Set 08, 2009 6:35 pm    Oggetto:  
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Immagino che gli atleti che partecipavano ai vari giochi che si svolgevano
( Istmici, pitici, nemei, etc.) fossero spesati dalla propria città, e che magari lo fossero anche durante le fasi piò importanti degli allenamenti;
ma non ne sono certo.
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MessaggioInviato: Dom Set 13, 2009 8:15 pm    Oggetto:  
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Credo proprio si trattasse dell'obsonion o obsonia, cioè il mantenimento a spese della città per un determinato periodo di tempo limitato alle concomitanze delle gare, questo tra i greci e nei primi secoli romani, poi appunto per i migliori o i vincenti diventò un sorta di stipendio fisso, cioè si passò di fatto al professionismo di stato.
Specialmente per un lottatore questo assumeva un aspetto importante, gli infortuni pesanti agli arti lasciavno il segno anche durante la carriera agonistica, le rotture continue e frequenti portavano a danni spesso irreparabili sul corpo, era quindi giocaforza ed umano cercare di garantirsi un vitalizio (fosse essso monetario o lavorativo) che li rendesse tranquilli per il loro futuro.

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Enrico Franco Pantalone
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MessaggioInviato: Ven Gen 29, 2010 11:22 pm    Oggetto:  
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Maecenas ha scritto:
Ci fu un periodo, al tempo di Solone, che i lottatori ritienuti erroneamente i più violenti insieme ai pugili, venivano publicamente osteggiati, esclusi dai salotti buoni e poco pagati nonostante ottenssero buoni risultati.
Questo atteggiamento era palese soprattutto ad Atene dove delle elitès avevano deciso che questo sport era antitetico alla cultura ed alle masse ed in qualche modo esso venne messo temporaneamente in disparte, si disputavano certamente tutte le gare, ma ad esse non partecipavano più le cariche istituzionali.

Non trovi, buon Maecenas, corrispondenze interessanti tra il disprezzo dei gladiatori da parte di taluni "salotti buoni" di Roma, e la loro fama inarrestabile tra il popolo e non solo quello (senatori, equestri e imperatori, ad esempio)?

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MessaggioInviato: Ven Feb 19, 2010 6:33 am    Oggetto:  
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Certamente, l'ellenizzazione culturale delle elites in Roma avvenuta dopo la conquista della Grecia portò a delle similitudini nel modo di pensare su chi praticava arti sportive in generale, del resto ancora al giorno d'oggi i cosiddetti "radical-chic" osteggiano palesemente con uno snobismo pesante gli sport popolari in cui si viene a contatto tra persone siano essi individuali che di squadra.
La gente comune, oggi come nei tempi antichi, pensa in modo semplice, amava ed ama divertirsi con manifestazioni che esaltino le capacità umane e che essa stessa poteva comprendere ed apprezzare, a cui poteva e può appassionarsi anche in maniera sfrenata, così in qualche modo il gladiatore diventava un simbolo di rivalsa sociale proprio nei confronti delle elites e delle loro fastidiose ipocrisie socio-culturali.

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MessaggioInviato: Ven Feb 19, 2010 3:32 pm    Oggetto:  
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Maecenas ha scritto:
La gente comune, oggi come nei tempi antichi, pensa in modo semplice, amava ed ama divertirsi con manifestazioni che esaltino le capacità umane e che essa stessa poteva comprendere ed apprezzare, a cui poteva e può appassionarsi anche in maniera sfrenata, così in qualche modo il gladiatore diventava un simbolo di rivalsa sociale proprio nei confronti delle elites e delle loro fastidiose ipocrisie socio-culturali.

Ecco vedi? Hai centrato in pieno la questione. L'eroe, come in un certo senso Gesù (mi perdonino i credenti, ma è un'analisi socio-antropologica della questione), crea ispirazione, emulazione, identificazione, e si rivela come uno dei prodotti più autentici nonché benefici (non sempre invero), della medicina, nel senso più lato e ce-lato del termine. L'eroe è fiducia, fede nelle proprie possibilità, anche solo mutuandolo in senso "filosofico", adottandone il more, la maniera, pur in contesti assai diversi da quelli reali dell'arena e dell'agone Idea

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MessaggioInviato: Sab Feb 20, 2010 2:41 pm    Oggetto:  
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In questo senso indubbiamente il periodo principesco della civiltà romana ha valorizzato maggiormente l'individuo/eroe o protagonista (come il gladiatore o il singolo combattente) rispetto al passato, ciò appare anche logico perchè la stessa principale istituzione diventa un esempio da seguire.
Volendo seguire anche la pista antropologica e sociale il combattimento nell'arena assume un aspetto diverso nel periodo imperiale perchè accresciuto il livello di cultura generale della popolazione, allo spettatore non interessa più solo la morte di uno dei due contendenti ma vuole anche verificare le tecniche con cui essi s'affrontano, il loro background territoriale, la loro specializzazione, fattori che probabilmente nei tempi più lontani della repubblica contavano meno rispetto al sacrificio umano.
Insomma la gente comune discuteva di questi personaggi anche nei luoghi pubblici come noi oggi discutiamo parlando di pugilato o di calcio.

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MessaggioInviato: Lun Feb 22, 2010 1:10 am    Oggetto:  
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In realtà le fonti testimoniano un percorso un po' più complesso di quello che hai appena ipotizzato, e il De Rebus Gladiatoriis non risparmia tali testimonianze nella sua pars prima, dedicata appunto all'origine e all'evoluzione di questo straordinario fenomeno.
La gladiatura nasce infatti come pura esperssione della tecnica e dell'abilità, quindi non andiano in O.T. se anticipo che tali competizioni armate, in Grecia e nell'Italia grecizzata, erano chiaramente ispirate all'agonistica ellenica. Taluni italici (campani ed etruschi in primis) estesero il sistema all'eroismo individuale, basato su scontri a sangue non mortali. Ma continuerà a trattarsi di estensione del fenomeno, non mutazione radicale. Sono solo i Romani - peraltro piuttosto recentemente rispetto alla vera storia della gladiatura - che importarono dall'Etruria la sola funzione funeraria. Tra il IV e il II secolo a.C., a Roma, l'eroismo era infatti questione riservata all'esercito ed ai cittadini "direttamente". Quando cessa il patto obbligatorio di cittadino-miles, la gladiatura torna al sistema originario greco-italico, avendo (non a caso) come epicentro ed incipit la Campania. Solo da qui parte la tua giusta riflessione sul tema dell'eroe e della gladiatura imperiale.

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