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GLADIATORI, ESERCITO ROMANO, ATLETICA PESANTE

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Varo rendici le nostre legioni
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Flavius Stilicho

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MessaggioInviato: Gio Set 28, 2006 11:12 pm    Oggetto:  Varo rendici le nostre legioni
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Cari utenti del forum di Ars Dimicandi, in questo giorno così speciale per questo forum (200 iscritti e 13 anno della associazione Ars Dimicandi, oltre che il compleanno di uno degli iscritti... Very Happy ) mi è parso giusto festeggiare con uno dei miei, ormai famigerati, articoli a dispense Rolling Eyes ...

Questa volta vi delizierò (se, come no!) con le vicende del grande Arminio, principe germanico che riuscì a sbeffeggiare Roma dopo averne appreso l'arte militare...

Inizierei descrivendo la figura del suo più famoso avversario, destinato ad offrirgli anche l'immortalità nella memoria della sua gente (e della nostra Confused ), il celeberrimo Quintilio Varo Exclamation Usando una citazione(purtroppo non riesco proprio a ricordarmi di chi) egli aveva "Viso imberbe con fronte dritta, grande naso a punta, occhi affossati e una stupida smorfia sulla bocca: non fa certo né una forte né una gradevole impressione. E questa prima impressione viene convalidata appena lo si guarda più da vicino. Il viso largo e il collo grasso fanno pensare ad un corpulento, flemmatico signore che non conosce fatiche né fisiche né spirituali" ovviamente la citazione è di uno storico che la scrisse commentando l'effige di una moneta, così come traspare dalle parole di costui Varo non è mai stato amato dagli storici. Fin dall'antichità infatti egli fu preso come bersaglio ogni qual volta si affrontava l'argomento "Arminio" oppure "Battaglie in Germania".

Di lui cosa sappiamo effettivamente? Era vicino all'Imperatore (Cesare Ottaviano Augusto) grazie a legami di parentela, ed era stato governatore in Siria proprio mentre i Vangeli ci narrano che Erode ordinò la "Strage degli innocenti", come molti altri governatori pensò bene di riempirsi le tasche in quelle province ma egli non era solo un grasso uomo corrotto e raccomandato. Egli era anche un giurista, un buon governatore tutto sommato; si seppe districare bene dalla rete di congiure in Oriente e seppe far rispettare il diritto Romano. Egli era così accreditato come governatore, che l'Imperatore in persona decise di affidargli il delicato incarico di far divenire la nuova provincia germanica una VERA provincia Romana, si parla dunque di un compito arduo: fondare tribunali, imporre una concezione del diritto ad un popolo che al riguardo era indietro di millenni rispetto a Roma! In questa difficile situazione si venne a trovare il povero Quintilio, abituato all'ambiente siriano che sicuramente era più incline alla dominazione straniera e sprattutto autoritaria; da considerare c'é anche il fatto che la Germania era da poco stata conquistata e che i Germani non riconoscevano forme assulutistiche di potere se poi ci aggiungiamo il fatto che Varo andò irrigidendo i propri metodi a mano a mano che incontrava resistenza nella sua opera di "Romanizzazione" abbiamo un quadro abbastanza completo per inserirvi la figura di Arminio.

Arminio era un " giovane di nobile stirpe, coraggioso, brillante ed intelligente, come solo pochi barbari sanno essere" o almeno ci viene riferito ciò da Velleio Patercolo (padre dello storico minore che scrisse "Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo"), comandante della cavalleria nella spedizione di Tiberio, quindi sufficientemente attendibile da farci dire che Arminio era un ragazzo quantomeno sveglio. Egli era un cherusco, affidato all'Impero perché potesse avere un'adeguata educazione che nel suo caso fu militare. Ebbe modo di mettersi in luce ottendendo addirittura la cittadinanza (e ovviamente il titolo di eques), aveva partecipato ad una spedizione di contenimento in Illiria ed Epiro dove le popolazioni si erano ribellate all'Impero; forse egli aveva sempre covato l'odio per Roma oppure lo aveva acceso improvvisamente la vista di ciò che Roma era in grado di fare ai popoli assoggettati, fatto sta che nell' 8 a.C. egli tornò in patria ed iniziò a congiurare.

La congiura ai danni dell'Impero fu tenuta segreta in maniera a dir poco magistrale: attraverso patti e giuramenti vari, scegliendo solo i fedelissimi Arminio riuscì ad intessere una fitta rete di alleanze tra i nobili germani, una rete destinata alla più grande preda immaginabile: Roma.
L'unico punto debole di questa rete era il suocero di Arminio: Segeste, egli era uno di quei germani che oramai credevano in Roma ed aveva intuito tutto, purtroppo per Roma Varo fu così cieco da non capire chi fra lui e Arminio fosse nel giusto e cadde.

Cosa diede l'occasione tanto attesa ad Arminio e ai suoi?
Beh, Varo aveva il difficile compito di imporre l'autorità Romana a un popolo di guerrieri con la fama di essere ottusamente testardi nello scegliere i nemici. L'espediente più in voga a quei tempi (oltre al "dividi e comanda" già messo in atto da Vare in Siria e ritentato in Germania) erano le marce militari; esse avevano il duplice effetto di tenere allenati i soldati e di mostrare ripetutamente ai nemici sottomessi la potenza Romana. Proprio durante una di queste marce Arminio lanciò l'esca a Varo, egli infatti gli raccontò di una rivolta di una tribù lontana; Varo decise di andare e proprio in quel momento Segeste tentò di svelare il piano di Arminio, arrivando ad offrirsi come ostaggio assieme al genero per mostrare a Roma chi dei due dicesse la verità.

Varo, forse fin troppo abituato agli intrighi Orientali, reputò i Germani non all'altezza di organizzare una ribellione ma vide semplicemente un maldestro tentativo di guadagnare prestigio agli occhi di Roma. Quindi il governatore marciò contro questa fantomatica tribù.

Ad un certo punto i principi germani chiedono il permesso di mobilitare le proprie forze per marciare poi assieme all'esercito Romano contro il nemico; in effetti si trattò di una mezza bugia perché essi andarono sì a radunare le truppe ma marciarono CONTRO l'esercito Romano COME nemico Confused ... Ad aiutare i congiurati vi è anche la natura: si scatena una tremenda tempesta che rende il terreno impraticabile soprattutto per i carri. Varo viene a quel punto attaccato da ogni parte, le truppe disposte in ordine di marcia non riescono ad organizzare una vera resistenza poiché i germani applicano la tattica del "mordi e fuggi", il governatore impartisce dunque l'ordine di allestire un campo.

Il giorno seguente Varo riprende la marcia, ha infatti capito che Arminio non tornerà con le sue truppe poiché è già lì ed è IL NEMICO! Il governatore riesce a trovare il terreno adatto per schierare l'esercito al completo e dare battaglia in campo aperto, unica speranza di salvezza. Arminio conosce però l'esercito Romano e ripete la tattica del giorno precedente con un numero ancor maggiore di uomini (anche le tribù indecise iniziano ad arrivare), Varo è costretto a riallestire il campo: fatica sprecata, il giorno seguente riprende la marcia e si impantana in un terreno paludoso dove trovano la morte praticamente tutti i suoi uomini.

Cosa avvenne in seguito non ci è dato saperlo con esattezza, certo è che tutto l'odio accumulato in anni di sconfitte e servitù venne scaricato per intero sui prigionieri; ogni sorta di malvagità venne inflitta agli sconfitti Crying or Very sad .

A questo punto (notando anche che i commenti iniziano ad arrivare) pongo la questione riprendendo le parole di Alberto Angela:

FU ROMA A PERDERE LA GERMANIA O LA GERMANIA A PERDERE ROMA?

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Flavius Stilicho

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Ultima modifica di Flavius Stilicho il Sab Ott 07, 2006 5:54 pm, modificato 4 volte in totale
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MessaggioInviato: Gio Set 28, 2006 11:12 pm    Oggetto: Adv






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MessaggioInviato: Ven Set 29, 2006 7:59 am    Oggetto:  
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Su questo argomento esistono varie fonti, quindi sarà interessante da sviscerare. Anche perchè, noi amanti della romanità, siamo ancora turbati nel descrivere questa sconfitta, che tanto ha cambiato la storia dell'Europa.
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MessaggioInviato: Ven Ott 06, 2006 4:34 pm    Oggetto:  
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Secondo me, la sconfitta di Teutoburgo è stata solo l'ultima cosa necessaria a convincere Roma a soprassedere alla conquista della Germania.
Roma pagava la guerra con la guerra, ed era l'unico modo di mantenere un esercito simile senza gravare sullo stato, più o meno come fanno gli Usa ora.
La Germania non produceva nulla, non aveva ricchezze ed era difficile da tenere per la turbolenza e l'insofferenza delle sue popolazioni.
Quindi il vedere Teutoburgo come la sconfitta che ha fermato l'imperialismo di Roma è per me errato, piuttosto ne è stata la scusa.
Se Roma avesse voluto o ne fosse valsa la pena, non sarebbe stato un problema certamente conquistarla tutta, come hanno dimostrato le campagne di Druso, la vittoria schiacciante di Germanico ad Idistaviso, le precedenti vittorie di Cesare sul Reno o di Mario su cimbri, teutoni ed umboni e le successive vittorie di Marco Aurelio contro quadi e marcomanni nelle attuali Cechia e Slovacchia.
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Apuanus

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MessaggioInviato: Sab Ott 07, 2006 2:57 pm    Oggetto:  
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Ha però marcato un'inversione quell'inversione di tendenza che ha, alla lunga, portato, alla fine di Roma.
Repubblica e Impero hanno una durata temporale simile, però notiamo la differenza di espansione territoriale, quella Imperiale è quasi nulla a confronto di quella repubblicana.
da una parte è vero che la guerra (di conquista) ha un costo ma anche mantenere un limes (guerra difensiva, potremmo quasi dirre di logoramento) lo ha e alla lunga forse maggiore.
Psicologicamente ha dato poi proprio quell'impressione di popolazioni insofferenti e incontrollabili che ne hanno scoraggiato la conquista,non eraano però insofferrenti e incontrollabili meno di altre, che Roma seppe comunque vincere e soggiogare... sì possiamo dire fu la scusa per una Roma che aveva inesorabilente cambiato mentalità e perciò stesso ritengo lo si possa considerare un punto di svolta decisivo nella storia.
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Flavius Stilicho

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MessaggioInviato: Sab Ott 07, 2006 6:02 pm    Oggetto:  
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L'affermazione di Rufus mi sembra tanto quella che sentii nella favola della volpe e dell'uva, ve la ricordate? Provate a cambiare l'uva con il popolo germanico e la volpe con Roma Wink...

A parte questa piccola osservazione gradirei riferire ciò che ho letto al riguardo scritto dal punto di vista dei germani, l'autore infatti è un tedesco, egli affronta un po' tutta le vicende tra il primo secolo avanti Cristo e il secondo secolo dopo Cristo; a parte il fatto che io sono abituato a prendere le parti dei Romani, mi sono sembrate affermazioni un po' diu parte: egli dice che ogni campagna contro i suoi avi a partire da Tiberio, Druso fino a Marco Aurelio non fu che una successione di sconfitte e false vittorie Shocked che non solo non ebbero alcun effetto ma che anzi dimostrarono la debolezza dell'Impero... A questo punto mi chiedo come abbia fatto l'Impero a contrastare brillantemente i germani fino a che non arrivarono gli Unni, che si sia trattata solo di fortuna Wink ? Non credo proprio, voi cosa ne pensate?

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MessaggioInviato: Sab Ott 07, 2006 6:17 pm    Oggetto:  
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So di non essere molto ferrato in storia romana, particolarmente se imperiale, però se non erro nel terzo secolo era volgare ci fu una grossa crisi con imponenti "infiltrazioni" germaniche, che furono si contrastate e respinte, ma non così brillantemente però, mi pare
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Flavius Stilicho

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MessaggioInviato: Sab Ott 07, 2006 6:37 pm    Oggetto:  
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Il brillantemente era in proporzione alla situazione dell'epoca, pensiamo bene a cosa avveniva: Imperatori imbelli sul trono dei Cesari, congiure addirittura messe all'asta del trono Shocked ! In questa situazione così precaria Roma riuscì a non cedere troppo terreno... certo, le soluzioni prese furono discutibili: massicci reclutamenti di barbari che portarono poi alle riforme di Diocleziano e Costantino (le quali comunque crearono un organizzazione mirabile che portò i suoi frutti con le vittorie mirabili di Ezio, Stilicone ecc...). Certo non possiamo parlare di un Impero al suo apice nel III sec. ma ancora non possiamo parlare di inferiorità rispetto ai Germani, inferiorità che secondo me non ci fu mai!

Poi ovviamente c'é chi può non condividere, sarebbe interessante parlarne Very Happy

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MessaggioInviato: Sab Ott 07, 2006 6:54 pm    Oggetto:  
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Inferiorità della legione rispetto ai germani certo che no, che abbia creato una sorta di sudditanza psicologica quello forse sì, che va assommato alla crisi interna. Neppure gli unni avrebbero potuto rappresentare un problema alla Roma repubblicana, per me. Teutoburgo non penso vada letto come dimostrazione della superiorità militare germanica e crisi della legione (sotto i Flavi e fino a Traiano seppe ancora sbalordire il mondo) ma come spartiacque nella mentalità romana.
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MessaggioInviato: Sab Ott 07, 2006 7:00 pm    Oggetto:  
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Quando Roma rinuncia a conquistare la Germania non è ancora l'inversione di tendenza,e lo dimostrano le guerre di conquista di Traiano in Dacia e Partia.
Però ha ragione Apuanus quando fa il paragone tra repubblica ed impero.
Possiamo anche fare un ipotesi differente, ovvero pensare che Roma perde forza e decisione mano a mano che si affermano nuovi culti che minano la granitica forza morale dell'esercito e della classe dirigente in virtù di quel famoso "patto" con gli Dei.
E il Mos Majorum a perdere forza nelle menti dei romani, è quella brutale, spietata, formidabile ed implacabile determinazione a vincere a costo di qualsiasi perdita, di qualsiasi sacrificio che viene a mancare.
I soldati sono ancora abili, i comandanti forse lo sono mediamente di più, ma è l'insieme esercito,patria religione che comincia a fare acqua.
L'inesauribile sete di sangue, del nemico o proprio, che terrorizza ogni nemico di Roma, comincia a placarsi.
Roma, in un certo senso, perde la fede, e quindi si condanna alla decadenza.
So di avere gettato un sasso in uno stagno, me ne assumerò le conseguenze.
Valete.
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Apuanus

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MessaggioInviato: Sab Ott 07, 2006 7:03 pm    Oggetto:  
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Se posso parafrasare Churchill per spiegarmi meglio: Teutoburgo non è la fine, nè il pirncipio della fine, ma la fine del principio.
Quanto a quello che dici Rufus, non posso che concordare
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Druso

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MessaggioInviato: Mer Ott 11, 2006 1:53 am    Oggetto:  Germani
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...mmm...provo a rispondere nonostante l'ora tarda...

Potrò sembrare "eretico" ,ma ritengo che nelle prime intenzioni di Roma,appena passata dalla repubblica al principato,il disastro di Teutoburgo non fù altro che un incidente di percorso,Rufus ricordava appunto le campagne di Druso (modestamente Very Happy ) e di Germanico,campagne che si spinsero fino all'Elba,difatti se ci pensiamo bene,prima di Teutoburgo Roma credeva di avere una nuova provincia che doveva solo essere organizzata,dopo Teutoburgo invece dovette cancellare quella disfatta,e riprendere da capo l'assoggettamento dei Germani,da qui le Campagne di Druso(maggiore e minore) e Germanico,e dello stesso Tiberio,che non scordiamo aveva una certa "familiarità" con essi,avendo sottomesso Rezia et Vindelicia e Norico,ma sempre a mio parere,al momento d'intraprendere la campagna decisiva(s'erano già spostate dalle 3 alle 5 legioni nel nord),ci fù la rivolta Pannonica e quindi si preferì sedare la rivolta piuttosto che rischiare di vedersi tagliati le restrovie,poi arrivò Claudio,che preferì la Britannia...

Per quanto riguarda MarcoAurelio,mi sembra che infatti raccomandò a suo figlio Commodo di istituire a provincia il paese dei Marcomanni e la Baviera,ma suo figlio aveva altro per la testa,tipo mollare una guerra già vinta con una pace frettolosa per correre a Roma a ribadire la sua autorità e a scendere in arena Confused

Spero di aver espresso il mio pensero al meglio,se vi sono delle zone d'ombra non esitate a chiedere chiarimenti Wink

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Druso / Stefano Scannavini
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Flavius Stilicho

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MessaggioInviato: Mer Ott 11, 2006 2:40 pm    Oggetto:  
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Io avrei solo una precisazione da chiedere riguardo a Commodo: io sapevo che la pace frettolosa di cui hai parlato venne portata a termine addirittura con un cospiquo pagamento ai barbari... posso capire perfettamente che il figlio di Marco Aurelio fu tutt'altro che un degno discendente, ma possibile fino a questo punto?
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Flavius Stilicho

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Plinius

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MessaggioInviato: Mer Ott 11, 2006 3:06 pm    Oggetto:  
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...e non fu un caso isolato: specie più avanti nel tempo ...
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Lalama

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MessaggioInviato: Mar Nov 14, 2006 5:10 pm    Oggetto:  
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Sono dacc su tutta la linea...non esisteva esercito paragonabile a quello romano neanche nel terzo secolo...a uccidere roma fu un cancro che proveniva dall'interno,la mancanza di fede come dice rufus, ma anche la burocrazia che aveva costi altissimi a discapito del valore sul campo di battaglia.del resto la guerra produce ricchezza e quando non c'è più nulla da conquistare x un'impero fondato sulla guerra è la fine...vale!
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Remvs

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MessaggioInviato: Lun Dic 04, 2006 11:21 pm    Oggetto:  
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mi pare che nel 2009 ci sarà la ricorrenza del duemillesimo anno, di tale disfatta, vero???
io forse sarò utopico o troppo sognatore.....
ma dico un'eresia se vi dico che mi piacerebbe vedere TUTTI i gruppi del mondo (almeno quelli europei) riuniti per quella ricorrenza???
possibile che non ci sia il modo di rispettarsi a vicenda e godersi una commemorazione tale???
non posso credere che sia così.....c'è tempo per organizzare qualcosa che ne valga davvero la pena....... Wink
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