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GLADIATORI, ESERCITO ROMANO, ATLETICA PESANTE

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CATAFRATTI questi sconosciuti...
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Flavius Stilicho

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MessaggioInviato: Dom Ott 04, 2009 4:59 pm    Oggetto:  
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Rufus ha scritto:

Per i franchi le cose sono un poco diverse.
Essi affrontano o popolazioni che non hanno disciplina militare ed armamenti complessi oppure eserciti strutturati come il loro, che è una copia di ciò che ricordano dell'esercito imperiale.
Quando affrontano e sconfiggono gli arabi, la loro vittoria ha due meriti:
principalmente la straordinaria tenuta delle loro fanterie, che in questo caso assomigliano veramente alle grandi fanterie di Roma, incrollabili, impenetrabili e tenaci; in secondo luogo perchè gli arabi impegnano la loro cavalleria, molto più leggera, in uno scontro con la cavalleria austrasiana che favorisce quest'ultima perchè decisamente più pesante ed equipaggiata.
Sostanzialmente gli arabi fanno quindi il gioco dei franchi.
L'esercito franco assomiglia in modo interessante al tardo esercito romano, ed è probabile che non sia un caso.


Avendo di recente letto qualche cosina riguardo agli ultimi due secoli di vita dell'impero d'occidente, mi è capitato di notare che i Franchi, al contrario degli Alamanni, si integrarono nell'impero molto prima della sua caduta.

Yann Le Bohec, nel suo "Armi e guerrieri di Roma antica" dice:

"Noi ci limiteremo a sottolineare che i Franchi mostravano un'aggressività molto minore degli Alamanni per tutto il IV secolo, il che si spiega forse con una nuova situazione, ben attestata fin dall'inizio di questo periodo: avevano ottenuto delle terre all'interno dell'impero e molti erano entrati nell'esercito romano, dove avevano conseguito anche gradi elevati, fino ad esprimere dei magistri militum. Come i Sassoni, si erano trasformati non solo in marinai, ma anche in marinai terribili" e a suffragio di ciò riporta come fonte: Pan. II, IV e VI e Zos. II, 15, 1.

Mentre nel sito
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si può leggere che:

"I Franchi, comparsi per la prima volta all'epoca dell'imperatore Gallieno che li respinse (nel 257 d. C. circa) sulla riva destra del Reno, erano una confederazione, relativamente recente di popoli derivati dagli antichi Camavi, Brutteri, Ampsivari o Ansivari,, Attuari, Tubanti, Tencteri, Usipeti,, Catti. La confederazione si divise in due gruppi tribali ben distinti: i Franchi Sali, stanziati sull'Jssel, e i Franchi Ripuari, insediati sulla riva destra del Reno, tra l'Jssel e la Lahn. Secondo le fonti romane, questi barbari, audaci predoni, attraversarono per ben due volte la Gallia (258‑ 259, 276) devastandola e saccheggiandola, come testimonia il seppellimento di tesori romani. Sotto Postumo (259‑268), alcuni di essi entrarono a far parte dell'esercito romano come ausiliari. Nel IV sec. altri giunsero a elevati posti di comando (Arbogaste, Bonito, Silvano). Dopo una campagna dell’imperatore Massimiano (288), il loro re Gennobaudo riconobbe la sovranità di Roma, cui fornì, soldati e coloni, dando così l'avvio a una alleanza poi estesa alle diverso popolazioni franche che, sconfitte dai Romani, venivano “federate" all'Impero e si impegnavano a sorvegliarne e a difenderne le zone di frontiera a contatto con il limes. "

I Franchi infatti sottostavano allo statuto dei laeti ossia dei figli di immigrati sconfitti che si erano arresi e che erano nati al di qua del Reno; di fatto semiliberi, lavoravano la terra dell'impero come coloni e dovevano prestare il servizio militare su richiesta. (Yann Le Bohec, Armi e guerrieri di Roma antica, 4; Iulian. Epist. XVIIb, 13)

Non è dunque improbabile che alla battaglia di Strasburgo abbiano preso parte anche dei Franchi, nella suddetta battaglia (che all'inizio di questo Topic chiamai anche di Argentorate, dal nome romano di Strasburgo) presero parte dei catafratti

(Amm. XVI, 12, 7: Iamque solis radiis rutilantibus tubarumque concinente clangore pedestres copiae lentis incessibus educuntur earumque lateri equestres iunctae sunt turmae, inter quas cataphractarii erant et sagittarii, formidabile genus armorum.
Amm. XVI, 12, 21-22: cumque ita ut ante dictus docuerat perfuga, equitatum omnem a dextro latere sibi vidissent oppositum, quicquid apud eos per equestres copias praepollebat, in laevo cornu locavere confertum. isdemque sparsim pedites miscuere discursatores et leves profecto ratione tuta poscente.
Norant enim licet prudentem ex equo bellatorem cum clibanario nostro congressum frena retinentem et scutum, hasta una manu vibrata, tegminibus ferreis abscondito bellatori nocere non posse, peditem vero inter ipsos discriminum vertices, cum nihil caveri solet praeter id quod occurrit, humi occulte reptantem latere forato iumenti incautum rectorem praecipitem agere levi negotio trucidandum.
Amm. XVI, 12, 38 e Amm. XVI, 12, 63 che non sto qui a riportare ma trovate al link:
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)

di seguito riporto la descrizione, estremamente riassunta, che ne feci io tre anni fa:

"Correva l'anno 357 d.C. e correvano pure i 35000 Alemanni al comando di Conodomario, desiderosi di conquistare la Gallia.
Conodomario oltre ad essere un grande combattente individuale aveva già umiliato l'impero in diverse battaglie in inferiorità numerica; dopo aver seguito per diverso tempo l'esempio di Quinto Fabio Massimo, Giuliano si trovò costretto ad una battaglia campale con a disposizione così pochi uomini da indurre il nemico a schierarne meno della metà dei 35000.
Giuliano aveva schierato i catafratti sull'ala destra ma questi furono rapidamente in fuga all'inizio del corpo a corpo dopo il consueto scambio di proiettili iniziale.
Il fronte romano stava per cedere quando Giuliano riuscì a richiamare i catafratti ed a scagliarli contro i barbari, a quel punto fece entrare in campo le riserve e la battaglia fu vinta. "

In questa battaglia, Giuliano senz'altro fece ampio ricorso alle migliori truppe dell'impero ossia le scholae palatinae (fondate da Costantino in sostituzione di quelle pretoriane che avevano appoggiato Massenzio e che da secoli assolvevano più la funzione di assassini intriganti che quella di militari) formate in buona parte (c'é chi dice interamente, chi per un terzo basandosi sull'analisi dei nomi della Notitia Dignitatum senza forse tenere conto a sufficienza della romanizzazione che spesso i laeti e i foederati facevano del proprio nome) da Germani, e quindi anche da Franchi.

In conclusione i Franchi o meglio una loro parte (come del resto i Goti ed altri barbari, ma di certo in misura maggiore a molti), dopo la caduta dell'impero, erano i depositari della tradizione militare tardo-imperiale Romana che comprendeva sia la cavalleria andabata (mi si passi il bizantinismo "lidiano" Wink ) che la fanteria scutata, ossia pesante, (sono infatti attestati gli "scutarii" (Amm. XVI, 11, 6: "ordinati a Cella tribuno Scutariorum") proprio all'epoca di Giuliano.

"L'esercito franco assomiglia in modo interessante al tardo esercito romano, ed è probabile che non sia un caso." no, non lo è Wink Very Happy

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Flavius Stilicho

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MessaggioInviato: Dom Ott 04, 2009 4:59 pm    Oggetto: Adv






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Flavius Stilicho

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MessaggioInviato: Dom Nov 15, 2009 3:28 pm    Oggetto:  Immagine Catafratto
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Essendosi questo topic un po' svuotato di immagini i cui link sono divenuti obsoleto, mi è parso carino pubblicare questa immagine che, mi dicono, proviene da un graffito del III sec. a.C. Dura Europos e che ho appena fatto vedere al nostro buon Silla che mi chiedeva raffigurazioni di catafratti un po' più antiche di quelle che vi sono in questo topic.
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Flavius Stilicho

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MessaggioInviato: Dom Nov 15, 2009 7:38 pm    Oggetto:  
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E hai fatto bene..... Very Happy Almeno ti rendi utile, saltuariamente...... Laughing Mr. Green
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MessaggioInviato: Sab Gen 02, 2010 4:43 pm    Oggetto:  
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Una quindicina circa d'anni fa' ricordo un articolo sulla rivista italiana ARCHEO (che purtroppo no ho più), che rendicontava il ritrovamento della tomba di Childerico, il primo Re della dinastia merovingia dei Franchi.
Ebbene, la tomba rivelava uno scheletro che portava il tipico anello di ferro dei centurioni romani, che imprimeva la scritta "Childericus Regis". La salma è (ancor'oggi) interamente vestita come un centurio/tribunus romano. Un altra tarda iscrizione (CLE 620; CIL 3576; ILS 2814) provediente da Buda, in Ungheria, cita: Io, cittadina Franco, soldato nell'esercito di Roma, prestai sempre il mio braccio in guerra, da prode.

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MessaggioInviato: Sab Gen 02, 2010 9:38 pm    Oggetto:  
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E questo è mooooolto interessante Surprised Exclamation
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MessaggioInviato: Gio Lug 22, 2010 5:19 pm    Oggetto:  
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Il Pitta ha scritto:
Da quel che so io la differenza tra Clibanario e Catafratto sarebbe solo nella terminologia.

Il termine Catafratto deriva dal Greco katà-phraktòs, "con rinforzo", ovvero "rinforzato, corazzato", dal verbo phràsso, "rinforzato, protetto",

mentre Clibanario deriva dal latino clibanum, "forno", mi viene da pensare in uno sberleffo tutto latino nei confronti di chi, dentro quella corazza, doveva soffrire non poco il caldo.

Comunque la cavalleria pesantemente corazzata è inizalmente prerogativa dei Persiani, anche se sappiamo che nel Tardo Impero anche i Romani utilizzeranno cavalleria catafratta.


Direi che, a beneficio del lettore occasionale, questa affermazione andrebbe rivista alla luce delle recenti discussioni generate dall'articolo sul magazine di ArsDimicandi
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Sostanzialmente in questo articolo si analizza specificatamente un'affermazione riguardante l'invenzione del thoromachus che avrebbe l'enorme pregio di alleviare l'effetto che "loricae" e "clibani" hanno sul corpo umano. Riporto testualmente alcune parti dell'articolo in questione:

"Con la frase lorica vel clivanus l'anonimo si mostra ben informato sui due tipi di corazza maggiormente diffuse in quel periodo: la lorica e il clibanus (clivanus è la forma preferita dall'autore).
Nella Notitia Dignitatum sono attestate infatti fabricae loricarie e clibanarie (si tratta delle uniche fabbriche di corazze cui si faccia riferimento).
Per esempio:
- Augustodunensis loricaria, balistaria et clibanaria
- Mantuaria loricaria
- Clibanaria Antiochiae "

[...]

Tornando al De Rebus Bellici, al contrario delle hamate-squamate le proprietà di 'spigolosità, durezza e rigidità' nel testo sono associate espressamente al clivanus. Queste caratteristiche (estrenee ad hamate e squamata) oggi possono essere attribuite unicamente al modello 'segmentata' in lamine di ferro.
La segmentata (termine convenzionale moderno assente nella letteratura, proprio perchè cercato in associazione con termine 'lorica') è d'altronde e certamente una corazza da cavalleria (vedi articolo), e numerosi sono i ritrovamenti argheologici ancora attestati fino al III secolo d.C.

[...]

Il clibanus (il forno per il pane, secondo i romani), è la Segmentata. Corazza da cavalleria che 'eccezionalmente' può essere indossata anche dai pedites, rappresenta assieme alle loricae (le pesanti ma agili vesti d'anelli o squame), le due corazze tipo dell'esercito romano. Le uniche ad essere prodotte da Fabricae con procedimenti industriali. "

Posto quindi che clibanus stia ad indicare una tipologia di corazza concettualmente diversa dalla ben più conosciuta lorica (in tutte le sue sotto-tipologie), come si può leggere in questa discussione,:
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e posto che la Notitia Dignitatum cita tra i reparti militari sia:

Ala prima Iovia catafractariorum, Pampane
Cuneus equitum catafractariorum, Arubio
Equites catafractarii Biturigenses
Equites catafractarii
Equites catafractarii Ambianenses
Comites catafractarii Bucellarii iuniores
Equites catafractarii Albigenses
Equites catafractarii iuniores
Praefectus equitum catafractariorum, Morbio

che

Equites sagittarii clibanarii
Equites clibanarii
Comites clibanarii
Equites primi clibanarii Parthi
Equites Persae clibanarii
Equites secundi clibanarii Parthi
Equites promoti clibanarii
Equites quarti clibanarii Parthi
Cuneus equitum secundorum clibanariorum Palmirenorum
Scola scutariorum clibanariorum

possiamo trarre alcune timide e provvisorie conclusioni:

Dalla denominazione delle unità clibanarie (quasi esclusivamente Parthi, Persae e Palmirenorum) e dalla presenza di ben tre fabricae clibanarie, su quattro esistenti, concentrate nella pars Orientis unita alla concentrazione di unità clibanarie sempre ad Oriente (solo le prime due unità dell'elenco sono citate in Occidente) possiamo dedurre che 1. Forse i clibanarii avessero un carattere "etnico" più marcato rispetto ai catafratti che più genericamente indicano unità molto corazzate 2. Probabilmente i clibanarii furono, almeno in un certo periodo storico, equipaggiati diversamente dai catafratti e la loro peculiarità fosse proprio il clibanus.

Sempre con riferimento alla denominazione delle unità, sia i catafratti che i clibanarii godono del titolo onorifico di "comites" quindi nessuna delle due può essere considerata maggiormente elitaria rispetto all'altra (per quanto i clibanarii appaiano in una vexillatione palatina).

Con riguardo alla collocazione geografica delle unità possiamo dire che i catafratti in occidente risultano in Britannia (dove risultano stanziati dei Sarmati e dove sono state ritrovate delle c.d. "segmentate ferree") mentre i clibanarii risultano in Africa. In oriente invece sia catafratti che clibanarii risultano maggiormente presenti ma l'unica collocazione geografica certa che abbiamo riguarda i catafratti presenti in Tracia e Scizia (regioni abitate anche da tribù sarmatiche) quindi: 3. Forse i clbanarii romani erano ispirati ai (o, almeno inizialmente, formati da) cavalieri Parti mentre i catafratti romani erano ispirati ai (o, almeno inizialmente, formati da) Sarmati e la differenza sostanziale parrebbe sempre relativa alla panoplia etnica dei due popoli.

Ancora, risulta presente un praefectus equitum catafractariorum ma nessun praefectus equitum clibanariorum e questo forse indica che 4. Forse i clibanarii fossero meno inquadrati nell'esercito rispetto ai catafratti, in quanto forse non erano addestrati direttamente in strutture statali ma erano presi come mercenari o comunque da popolazioni Partiche già in grado di combattere (ma ciò renderebbe difficile spiegare la presenza di fabricae clibanarie, e quindi si potrebbe pensare la cosa con una prospettiva temporale, nel senso che i primi ad essere assimilati furono i catafratti sarmati e solo in un secondo periodo i clibanari parti)

Infine l'aggettivo sagittarii è associato solo ai clibanarii e questo rafforzerebbe quanto sopra detto riguardo alle appartenenze etniche originarie delle due categorie (degli arcieri a cavallo della steppa sappiamo infatti che, almeno fino all'arrivo degli Avari, fossero mal protetti in quanto abili e veloci razziatori che puntavano tutto su una strategia mordi e fuggi che mise molto in difficoltà gli eserciti tardo imperiali nel tentativo di fermarne le razzie) quindi 5. Probabilmente il clibanario si distingueva, almeno originariamente, dal catafratto oltre che per la corazza anche per le armi utilizzate e la tecnica di combattimento.

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MessaggioInviato: Lun Apr 22, 2013 8:09 pm    Oggetto:  
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Rufus ha scritto:
L'esercito franco assomiglia in modo interessante al tardo esercito romano, ed è probabile che non sia un caso.


Flavius Stilicho ha scritto:
In conclusione i Franchi o meglio una loro parte (come del resto i Goti ed altri barbari, ma di certo in misura maggiore a molti), dopo la caduta dell'impero, erano i depositari della tradizione militare tardo-imperiale Romana che comprendeva sia la cavalleria andabata (mi si passi il bizantinismo "lidiano" ) che la fanteria scutata, ossia pesante, (sono infatti attestati gli "scutarii" (Amm. XVI, 11, 6: "ordinati a Cella tribuno Scutariorum") proprio all'epoca di Giuliano.


Dr Domus ha scritto:
Una quindicina circa d'anni fa' ricordo un articolo sulla rivista italiana ARCHEO (che purtroppo no ho più), che rendicontava il ritrovamento della tomba di Childerico, il primo Re della dinastia merovingia dei Franchi.
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Mi è appena capitato di leggere in "La guerra nel medioevo" di Philippe Contamine (ediz. il Mulino 2011, pagg. 19-20) questo passo:

Citazione:
Su questo processo di dissoluzione [della tradizione militare dell'Impero romano (nds)] getta qualche lume un passo di Procopio. Dopo aver narrato in che modo i Visigoti si fossero impadroniti della Spagna e della parte della Gallia sita ad ovest del Reno, egli aggiunge: "Altri soldati romani erano stati dislocati alle frontiere della Gallia per proteggerla. Quei soldati, non avendo alcuna possibilità di tornare a Roma e rifiutando di sottomettersi ai loro nemici Ariani, consegnarono sé stessi con le loro insegne militari e la terra così a lungo custodita per conto dei Romani, agli Arborychi e ai Germani; ed essi trasmisero ai discendenti tutte le usanze dei loro padri che in tal modo perdurarono, e questo popolo le ha conservate con un certo rispetto sino al mio tempo. Infatti ancor oggi - metà del VI secolo - li si riconoscono senza possibilità di dubbio come appartenenti alle legioni alle quali i padri erano stati assegnati allorché un tempo servivano nell'esercito, e ancor oggi, quando vanno a combattere portano le stesse insegne e seguono sempre le stesse usanze dei loro padri.

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